SCENEGGIATORE



LA PRIMA REGOLA (2min)
dal testo teatrale "La classe" di Vincenzo Manna

*premio Cinematografo Awards 2022 per la migliore colonna sonora (Boosta/Violante Placido)

regia Massimiliano D'Epiro
con Marius Bizau, Andrea Fuorto, Ileana D'Ambra, Haroun Fall, Luca Chikovani e con Antonia Fotaras e Fabrizio Ferracane, con la partecipazione di Darko Peric
soggetto Vincenzo Manna
sceneggiatura Vincenzo Manna e Massimiliano D'Epiro
fotografia Matteo Calore
montaggio Karolina Maciejewska
colonna sonora Boosta e Porto Leon
anno di produzione 2022
produzione Dinamo Film, Goldenart Production, Rai Cinema in associazione con Notorius Pictures, con il contributo di Apulia Film Fund
distribuzione Notorius Pictures
durata/formato 100' - colore
sinossi Una scuola superiore di periferia. Povertà, violenza, solitudine: strutture, studenti e corpo docente sono lo specchio esemplare di una depressione sociale ed economica che sembra inarrestabile. A peggiorare la situazione, tra le case del quartiere, c'è lo "Zoo", uno centro di assistenza migranti diventato con gli anni un campo profughi permanente. Gabriel, giovane professore di Storia (straniero di seconda generazione) viene chiamato a tenere un corso di recupero per sei studenti, i peggiori della scuola, sospesi per motivi disciplinari. Il corso si tiene ogni pomeriggio, quando fuori è già buio, all’interno di un’aula spoglia, dove il tempo sembra non passare mai. Dopo l'ostilità e la diffidenza iniziali, con intelligenza ed umanità, il professore riesce a fare breccia nel cuore dei ragazzi, a conquistarli, addirittura ad ottenere risultati didattici sorprendenti. Quando però nel quartiere dove si trovano la scuola e il campo profughi scoppiano degli scontri tra abitanti e migranti, la situazione gli sfugge di mano. La città viene invasa dai giornalisti, dai manifestanti, dai militari. La tensione cresce. Anche in classe vengono fuori tutte le contraddizioni di una società abbandonata a sé stessa, e i conflitti che covano da anni esplodono tragicamente.



LA LOGICA DELLE COSE
dal libro "Yalda" di Rahimi K. 

regia Andrea Baracco
con Donatella Finocchiaro, Pino Quartullo, Giandomenico Cupaiuolo, Maria Grazia Laurini, Aurora Peres
sceneggiatura Massimo Gaudioso, Vincenzo Manna, Andrea Baracco, Massimo Cappon
fotografia Francesca Amitrano
montaggio Annalisa Forgione
scenografia Francesca R. Salvi
costumi Monica Celeste
musica Libero Santarpino, Armando De Simone
anno di produzione 2012
produzione Rai Cinema, Dulcinea
durata/formato 90' - colore
sinossi Guido, giovane sceneggiatore di successo, considerato una delle penne più brillanti dai tempi di Zavattini, viene infettato da uno strano "virus" che lo fa piombare in una profonda crisi professionale. Quando improvvisamente riceve una chiamata in cui gli viene proposto di dirigere un film tratto dal romanzo di una sconosciuta scrittrice iraniana. All'inizio Guido è titubante poi però, intrigato dalla sfida, accetta. Sul set si trova a interagire con personaggi molto lontani da lui: Yalda e Nasim, le due ragazze protagoniste... Più giovani, appartenenti ad una cultura profondamente diversa... Le due amiche lo trascinano giorno dopo giorno all'interno del loro universo familiare ed emotivo, e quando il film è finito Guido è un'altra persona, come uomo e come scrittore.




*Serie TV*

HEYSEL 
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di Vincenzo Manna e Max D'Epiro
formato miniserie in 5 episodi
sinossi 29 maggio 1985, stadio Heysel, Bruxelles. Finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool. Il sole è in fiamme e all’orizzonte, e saluta l’ Italia della Juve, un’Italia giovane, di provincia, in trasferta per tifare i suoi beniamini; nord, centro, sud, l'Italia dei piccoli grandi mestieri: cuoco, medico, muratore, elettricista... E saluta anche l'Inghilterra in crisi, la Liverpool dei porti senza più navi, la Liverpool degli hooligans, ubriaca e violenta, senza lavoro. Curva nord, settore Z. Alle 19.11, circa un'ora e mezza prima dell'inizio della partita, i tifosi Reds abbattono la rete metallica che separa il loro settore da quello dei tifosi Juventini. Al grido di “Take the end!”, ovvero l’arte di conquistare caricando in massa il settore occupato dalla tifoseria avversaria, centinaia di hooligans si riversano sugli spalti del settore Z, colmi di famiglie italiane, a. Alle 19.31, sotto il peso di migliaia di spettatori ammassati gli uni sugli altri, il muro esterno della curva crolla. 
La violenza degli hooligans, il panico degli italiani, la negligenza delle istituzioni responsabili dell’organizzazione e della sicurezza della partita, causano la morte di 39 persone e il ferimento di oltre 600 uomini, donne e bambini. La notte dell’Heysel fu un incredibile concentrato di inefficienza, superficialità ed errore umano. Sono passati 35 anni da quella partita maledetta, trasmessa in televisione da oltre 60 emittenti e guardata da 400 milioni di spettatori in tutto il mondo, ma i suoi fantasmi continuano a infestare la cattiva coscienza della Uefa e delle istituzioni politiche dell’Unione Europea. Prima e dopo il 29 maggio ‘85, le catastrofi legate al calcio hanno provocato centinaia di morti. Eppure l’Heysel resta unico per il suo valore simbolico. A Bruxelles, capitale dell’UE, degli inglesi hanno ucciso alcuni italiani prima di una partita di calcio il cui arbitro era svizzero e l’unico marcatore francese. Una vera e propria tragedia continentale, una sorta di “Titanic” dello sport più diffuso al mondo: al posto della nave, la finale della coppa più prestigiosa, al posto dell’iceberg di ghiaccio l’ebrezza degli hooligans inglesi. Al timone il capitano della Uefa, Jaques Georges, e i commodori delle forze d’ordine belghe che scelgono di non virare. Avanti tutta! Si gioca! Sul Titanic l’orchestra aveva suonato fino alla fine. Anche all'Heysel, dopo il naufragio, lo show è continuato assegnando la prima Coppa Campioni della sua storia alla Juventus di Gianni Agnelli. La miniserie in cinque episodi HEYSEL racconta le vicende di quella notte, le tragiche e appassionanti storie delle vittime e dei responsabili, fino al processo che fece giurisprudenza, e condannò l’Uefa rendendola, da allora, responsabile di tutti gli eventi calcistici organizzati in Europa.  



VERMICINO 
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di Vincenzo Manna e Max D'Epiro
formato mini serie in 5 episodi
sinossi Vermicino è una miniserie di cinque episodi che racconta la storia di Alfredino Rampi, "il bambino caduto nel pozzo" e degli uomini che provarono a salvarlo. Periferia romana, inizi dell’estate del 1981. Alfredino è a casa della nonna insieme ai genitori e al fratello di due anni. Le scuole sono finite da poco e la famiglia Rampi ha deciso di passare alcuni giorni di vacanza lontano dalla città. Alfredino, nonostante una malattia genetica al cuore dallo strano nome di Morbo di Fallon, è un bambino vivace, ama l’aria aperta e passa le giornate correndo per i prati che circondano la casa della nonna. Quello è per lui un mondo pieno di meraviglie, di cose mai viste, da scoprire in fretta, tutto d’un fiato. La famiglia Rampi trascorre a Vermicino giornate tranquille, “normali”, secondo abitudini e riti di una famiglia piccolo borghese come tante. Finché una sera Alfredino precipita in fondo a un pozzo artesiano lasciato aperto, un buco profondo ottanta metri e largo poche decine di centimetri. E si ritrova al buio. Solo.
01:00.00: è l’ora esatta della notte tra 10 e 11 Giugno 1981, quando in una piccola emittente regionale compare un appello piuttosto scarno: “si cerca una gru per tirare fuori un bambino caduto in un pozzo, chi ne fosse in possesso può chiamare il numero…” Non sono in molti a vedere quel singolare appello in televisione, ma la notizia si diffonde rapidamente, e una folla inizia a radunarsi intorno a quel pozzo, per vedere in prima persona, o magari provare a salvare Alfredino. La diretta televisiva più lunga della storia della Rai, la lunga notte di Vermicino, che segnerà per sempre la storia di questo paese.